domenica 5 giugno 2016

ANTONIO CALIFANO - Poiein: l'arte della poesia






2 NOVEMBRE 1975


Prendo in contropiede la noia
della mia parola,
le smisto gli spigoli
e le dipingo alberi.
rotola la forma nelle periferie,
nella sporcizia,
nei ragazzi
dei campi ai margini,
al margine.
Ho regalato alla mia parola,
il sesso, dal retro
per essere autoritratto
nelle lontananze dello sperma
e così conservarmi nelle tasche
degli altri
e ricordarmi
tra le scatole appena fuori
in mezzo alle strade bianche,
dove i discorsi
non sono pericolosi
ma assaporano
la verità della madre.
Femmina piena
sempre e tanto
oltre il fatto.
oltre lo smarrimento
delle notti di latte fresco
anche quando il processo
della morte interroga
e il granello di sabbia
scappa dalle rughe,
dalle ruote.
dai cazzotti,
dalla vescica tumefatta
e dai testicoli in regalo.
Ora la violenza è fuggita via...
sono bello che andato
ma dovrà salutarmi
con parole ripensate
con giusti vertici.
Verranno a trovarmi
tra i ragazzi periferici
senza polvere balbettante.
Ho letto i miei libri
con i coltelli al traguardo...
cari ragazzi
tra le scatole
appena fuori,
in mezzo alle strade bianche:
il Vangelo secondo Matteo e
i Cantos a grappoli
nella severa barba di Ezra.
Medea ha lasciato
che anch'io navigassi
nel fiume di sangue,
oltre gli spigoli
nei falsi rotondi...
sempre espressi.


*


IL RAGNO


tra cielo e terra
sono una striscia,
fatene un quadrato,
fatene un cerchio,
fatene un campo,
fatene un cappello,
io desidero farne
un istinto
che lacrima
nel chiodo della morte
e sul segmento appena mosso
da un'approvazione.

Tra cielo e terra,
ignara, la vittima
legge in ritardo la trappola.

Tra cielo e terra,
sospesa l'intelligenza del dovere
racconta
le sconfitte e le vittorie
concesse inodore.

Tra cielo e terra,
mi schiacciano
qualora notano
le minime dimensioni.

Tra cielo e terra,
trema ancora
la bava di mio fratello
negli scacchi crudeli e
fuggevoli (non esiste la cortesia)
all'iperbole di un ordine
intento a capire
gli esiti di Dio.

Rimango
a ribollire le rughe
del sangue
invocando
sempre la stessa fine
che si appende alla variabile
tessuta.

Tra cielo e terra,
la morte ubbidisce la sua attesa
nel dono certo
avvolgendosi alle spalle della VERITA'.


*


SCIOGLIE I CAPELLI


Scioglie i capelli
il fiume
sui capezzoli eretti.
Il delta aperto
dona il suo frutto
pulsante e
l'odore forte
cambia le palpebre
alla curva dolce e rosea
che si concede.
Si disperdono i sorrisi
della femmina
nella scelta
stanca tra le lenzuola marce e
replicate nel brivido
che increspa le acque
delle ore tinte.
Non ritorna più
il fiume
alla lacrima allegra
lasciata poco fa
ma continua ad esprimersi
per qualcosa di nuovo
nel giusto del sogno.


ANTONIO CALIFANO














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