venerdì 22 gennaio 2016

REVELACIÓN: A LA SOMBRA DE UN TANGO, ABRÁZAME POR SIEMPRE



TANGO A TUTTO TONDO





Il tango argentino, nelle sue colorite, sanguigne declinazioni passionali, sbrigliate, nostalgiche, altamente coreografiche, è stato il protagonista del terzo appuntamento della stagione al Teatro Verdi di Brindisi, martedi 29 dicembre 2015, alle 20,30.
“Revelaciόn: a la sombra de un tango, abrázame por siempre”, proposto dalla Compagnia italo-argentina “Anita”, su coreografie di Laura Roatta, Romina Levin e direzione artistica di Adriano Mauriello, strepitoso performer già Acadèmico honoris causa dell’Academia Nacional del Tango a Buenos Aires, patria riconosciuta di una danza stregata, che nel settembre 2009 l’Unesco ha dichiarato Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, si è rivelato uno spettacolo di poliedriche rifrazioni, denso di metafore e simboli, icone e sottotracce: avvalendosi delle note originali di Lisandro Adrover, e inserendo una ‘variatio’ di “E lucean le stelle” di Puccini dalla Tosca, sonata col bandoneon, la rosa scenica si schiude subito, testo e regia collaborano nel titillare e dirigere l’emozione verso connotazioni e significazioni forti, i ballerini sprigionano l’anima palpitante e irredenta, non limitandosi ad un disegno esteriore, ma dimostrando effettiva metabolizzazione di un personale tragitto interpretativo. Non dunque asciutti materiali metateatrali, ma pulsazioni vivide di cuori, viscere, rovente sangue in corsa verso il climax drammatico e struggente. Il tango non conosce lieto fine, balena e si smarrisce in mille vibrazioni dello spirito/carne, si fa di volta in volta esplosione di gioia, o Stimmung, atmosfera, disposizione umorale che è nostalgia apparentata con un refolo d’angoscia, un presentire che turba; si snoda nelle più differenziate sequenze, magiche, abbaglianti; il tango diviene la propria personale e collettiva Heimat e la milonga la sua Landschaft, lo sfondo, il ‘paesaggio’.
Carlos Gavito, il più grande tanguero del mondo (spentosi nel 2009), afferma: “Il tango è un’ossessione. Per il tanguero è una parte della vita come mangiare e dormire. Erotica, inquietante e malinconica, la danza coinvolge non solo il corpo ma anche l’anima. Il segreto del tango sta in quell’istante di improvvisazione che si crea tra passo e passo. Rendere l’impossibile una cosa possibile: ballare il silenzio.”
E dal libro di Elia Barcelò (“Cuore di tango” ed. Voland): “Non c’è altra attività civilizzata in cui il maschio della specie umana possa marcare ciò che desidera e in cui la donna decida di seguirlo, consegnandosi fiduciosa, sicura. Il tango argentino è l’unico contratto che non si può rompere.”
Non ultimo, Jorge Luis Borges dedica memorabili parole alla definizione di tango: “Vi sono cose antiche in quegli accordi, il tango sfida gli anni affaccendati, di polvere e di tempo, l’uomo dura meno della più leggera melodia, ed il tango crea un torbido passato ch’è irreale e in parte vero, un assurdo ricordo.”
Vero è che in Borges il tango s’impregna di valenza mitologica, oltre che antroposociale, essendo espressione di un popolo che si sforza di tracciare un filo identitario; nell’immaginario del grande autore ha rudezza epica; si ballava per le strade, nei sobborghi di Buenos Aires, le arrabas; la sua lingua era lo slang degli immigrati, il lunfardo. Fatale che la strada di Borges s’incrociasse con l’altro magnetico innovatore della cultura argentina, il musicista Astor Piazzolla, che incorporò nel tango elementi del jazz, mentre nella tradizione si identificava con il bandoneon; inoltre sia Borges sia Piazzolla si distaccano dalle propaggini e dalle derivazioni sentimentali proprie di Carlos Gardel, negli anni ’20 e ’30 del Novecento. 
Adriano Mauriello, già diplomato nel 1997 in Danze Caraibiche all’ A.N.M.B., per la F.I.D.S. si diploma nel 2001 in Tango Argentino, Milonga, Tango Vals; percorso d’ascesa che adesso lo conduce al ‘teatrotango’, ov’è sinergica la linea narrativa del dramma, che riporta, nel quadro e nel climax della gelosia, della rabbia e della vendetta, il tango alle origini, quando aveva polmone arrabalero, apparteneva alle casas malas, al luccichío del coltello, al sangre e al vino, prima di venire importato in quella che fu considerata la sua seconda patria europea, Parigi, che ne raffina il carattere sensuale, per dilagare a Berlino, Vienna, Roma, Londra e assurgere a “pensiero triste che balla”, secondo Enrique Santos Discepolo. Mauriello qui innesta la vicenda narrativa del ‘teatro nel teatro’ di pirandelliana ascendenza: durante le prove matura il dramma che esploderà in un paradosso temporale, in distinta alternativa (un songe, una rêverie, un delirio immaginativo della protagonista disperata?) siglata però sempre dalla morte: prima del protagonista maschile, Alejandro, poi della partner femminile, la contesa Catalina, ad opera del focoso e stravolto Pedro (interpretato dall’attore Davide Cuorvo, reduce da Pinter e Eros Alesi).
Le scenografie di Gennaro Vallifuoco e le musiche dal vivo dell’Orchestra Anita Tango, gli splendidi costumi di Miguel Mancera (uomini) e Tango Fashion by Emanuela Pansera (donne) fanno il resto. Il M° Vallifuoco ha genialmente realizzato la parziale ricostruzione dell’ingresso del Teatro Colόn di Buenos Aires e l’ambiente simbolico, quasi sospeso, metafisicamente, in una bolla spazio-temporale (l’adyton del café Tortoni); riadattando in una versione attuale gli antichi elementi scenotecnici greci classici, i periaktoi, ha dato una pennellata di collegamento tra un ieri atavico e l’oggi. Lo spettacolo catalizza il respiro del pubblico, lo rapisce nel paso doble o nel rutilìo roscio degli ombrelli (los paraguas), provoca con le impertinenze e le malizie e i toni sensuosi delle coppie di ballerini, parla loro attraverso i codici dei tre linguaggi, musicale, spaziale, canoro, a cui si aggiunge quello narrativo, crea una partitura perfetta, anzi una (abile) tessitura di senso. E c’è anche un altro movimento, che è quello formale della ‘poesia’ del gesto, del carattere delle intenzioni, grazie all’equilibrio del ritmo e dell’armonia, che addirittura si fanno ‘parola’, dialogano con gli spettatori, aprono a nuove prospettive, caricano di ulteriori significati: le emozioni suscitate divengono lirici vortici di senso.
Questa rivisitazione teatrale del tango, la contaminatio dei generi dovrebbero schiudere a Mauriello le porte del Teatro Tango a Milano, con sede presso ‘La Scala della vita’; grazie allo scrittore/giornalista Paolo Pietroni, per la prima volta in Europa nasce un teatro ispirato al tango (analogamente ripensiamo al Tango Teatro aperto da Marcelo Guardiola nel 1999 a Buenos Aires); uno specifico spazio ove celebrare e sperimentare il tango in tutte le sue coniugazioni: addirittura alcuni Canti della Divina Commedia e la Mandragola di Machiavelli si prestano ad essere riletti attraverso il filtro tanguero. Per Pietroni, presidente del Teatro Tango, autore di due pièces, “Segreti” (regia di Elisabetta Vicenzi) e “Artemide”, il tango non è ‘un pensiero triste che balla’, ma “un tripudio di gioia, è arte dell’incontro, filosofia”.
Una sottolineatura personale a Florencia Beltramo, che tocca – carismatica – il diapason dell’‘entregarse’ nelle sequenze con ‘Alejandro’ e rivela gran classe e limpida rarefazione, oltretutto essendole affidato lo scheletro del dramma, che le consente di tirare il filo della trama nei quadri tra reale e fiabesco nella milonga “El Deseo”. Si fa notare Giada Cambría, che – diplomata alla Mara Fusco Lyceum di Napoli – studia recitazione a Roma presso “La Fonderia delle Arti”, diretta da Giampiero Ingrassia.
E di rigore vanno segnalati: Antonio Piccoli (San Giorgio a Cremano), Daniela Orlacchio (maestra di danza, Terracina), significativi nelle coloriture; Michele Lobefaro ed Emanuela Benagiano (entrambi di Bari), di estrema pulizia nei mezzi espressivi; gli argentini Walter Suquia e Ayelen Sanchez, dall’interpretazione raffinata e stringente; Luca Morale e Francesca Santangelo (maestri di danza, Napoli), iconici con molta eleganza (la Santangelo bella voce solista nella coreografia dei paraguas); Antonella Devastato e Francesco Menichini (Marigliano) vibranti, nel sapore della stilizzazione; Michele Cicala (diplomato alla Mara Fusco Lyceum di Napoli), estroverso senza sbavature, molto in linea con il ritaglio della sua caratterizzazione.
E ‘chapeau’ al tenore Nunzio Fazzini, dall’intensa attività e dalla cifra eclettica, (diplomato al Conservatorio di Pescara, laureato in Discipline Musicali – Canto, docente presso la Scuola Civica di Musica di Montesilvano dal 2004, e direttore nel 2007).
Actors coach Fiorella Zullo, reduce dalla tournée con la compagnia di Carlo Buccirosso nello spettacolo “Una famiglia quasi perfetta”; Direttore di scena, Dario Simone; Direttore audio/luci, Franco Ferrari; Visual effects, Antonio Cola; Fotografi di scena, Davide Pica e Domenico Summa.

ARMANDO SAVERIANO





Adriano Mauriello e Florencia Beltramo













Walter Suquia e Ayelen Sanchez
























Da sinistra: Daniela Orlacchio,
Adriano Mauriello
e Lisandro Adrover

























Francesca Santangelo e Luca Morale




























Emanuela Benagiano
e Michele Lobefaro

































































Nunzio Fazzini






























































































































































































































































































Da destra: Davide Cuorvo,
Laura Roatta e Florencia Beltramo



























I musicisti e il tenore














Una delle coppie di tango: Luca Morale
e Francesca Santangelo
















L'attore e i ballerini poco prima delle
prove. Da sinistra: Antonio Piccoli,
Davide Cuorvo, Giada Cambria,
Michele Cicala, Daniela Orlacchio
Una veduta esterna del Teatro Verdi
 di Brindisi

















Una veduta del pubblico poco prima
dell'inizio dello Spettacolo













Il cast al completo
Una veduta interna del Teatro Verdi
di Brindisi













Da destra: Adriano Mauriello,
Laura Roatta e Lisandro Adrover
Una delle coppie di tango:
Michele Lobefaro e Emanuela Benagiano














Una delle coppie di tango:
Walter Suquia e Ayelen Sanchez
L'attore Davide Cuorvo e la ballerina
Giada Cambria


















Il M° Adriano Mauriello con l'attore
Davide Cuorvo

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