sabato 19 settembre 2015

L’ARTEFATTA NON FA PERDERE LE “TRACCE”



Nella difficile realtà odierna l’associazione afragolese non demorde





Fare arte in ogni campo, a meno che non si abbiano le tradizionali protezioni, diventa un compito ingrato, non pagato e non riconosciuto. Se tuttavia gli operatori culturali piú agguerriti (e sognatori) non continuassero a sguazzare nei loro ideali, il nostro orizzonte creativo sarebbe soltanto specchio di resa e deserto di doglianza.
Da anni lontani l’associazione di Carmina Esposito, “L’Artefatta”, si distingue per l’ostinata coerenza nel proporre progetti che tengono in vita il segnale fiammeggiante della centralità di un pensiero performativo rivolto a smuovere antiche e moderne inertitudini e inettitudini.
Ha pertanto promosso una rassegna felice, intitolandola opportunamente “Tracce”, con la quale presenta eventi letterari, teatrali, di arti visive e quant’altro la duttile mente minervina della pittrice e poetessa inventi e suggerisca.
Ha trasformato settembre in un mese di fiaccole culturali, coinvolgendo l’associazione amica “Logopea”, designando due differenti location come sfondo d’azione; la scelta del bar pasticceria “L’Arancia Blu” per due dei tre appuntamenti è meno bizzarra di quel che potrebbe apparire. Nei gloriosi anni sessanta/settanta del secolo alle nostre spalle, molte compagnie filodrammatiche itineravano per la costiera amalfitana, proponendo le loro esibizioni, anche molto accurate, in cambio di visibilità e del rimborso spese. Era un’attività tutt’altro che avvilente, contribuiva a forgiare l’attore e a stimolarne le risorse, oltre che a diffondere l’arte di Tespi. Oggi questo si fa molto molto piú di rado, benché sopravviva onorevolmente il ‘teatro di strada’, che tuttavia è un’altra cosa. Oggi i gruppuscoli non rischiano, s’aggrappano pateticamente a un repertorio scarpettiano e eduardiano sbertucciando i dvd con le registrazioni televisive e sfruttando le economie dei paesini d’appartenenza oltre all’ignoranza belluina di un pubblico miseramente plaudente.
Eppure il teatro ha muse esigenti ed ombre insigni, non sa tollerare improvvisatori, oltremodo arroganti, come tutti i mistificatori e gli imbelli.
L’Artefatta e Logopea si tengono fuori da simili circuiti e svolgono i propri compiti con onestà intellettuale e con le competenze guadagnate sul campo dell’esperienza.
Tre –dicevamo– le date di “Tracce”: 12 e 18 settembre alle ore 19,30 presso “L’Arancia blu” e il 25 (sempre alla stessa ora) al Chiostro della Basilica Pontificia di Sant’Antonio.
Sabato 12 settembre Logopea ha messo in scena il récital “Questa nostra vita: indiscrezioni tra commedia e dramma” per la direzione artistica di Armando Saveriano, inossidabile patron dell’associazione avellinese, e del giovane Davide Cuorvo, suo pupillo. Mena Matarazzo, poliedrica voce che sarebbe stata assai apprezzata da tanti maestri del passato oggi caduti nell’oblio, come Nanny Loy e Regina Senatore, ha presentato due piatti forti del suo ricco repertorio napoletano: Filumena e Bammenella, riscuotendo vivaci consensi. Come pure il giovanissimo Michele Amodeo, ormai calato nel ruolo fortemente caratterizzato di uno dei capolavori di Annibale Ruccello, il “Mal di denti”. Ottime tutte le interpretazione del cast, dalla sexy e raffinata esecuzione di Hera Guglielmo, alla conturbante e perversa pagina di Lee Masters da parte dell’imprevedibile Alessandra Iannone. Christian Cioce con le sue effervescenti provocazioni verbali e la maschera di gomma del suo volto ílare e affettato ha fatto da cuscinetto fra due ruoli estremamente impegnativi che in genere fanno tremare le vene dei polsi agli interpreti: Aston di Harold Pinter (Davide Cuorvo) e il malato terminale di Luigi Pirandello (Antonio Mazzocca).
Venerdí 18 si presenterà il monumentale, splendido romanzo-saga di Wanda Marasco, scrittrice di eccezionale riverbero, candidato al Premio Strega (e di esso meritevole su tutti gli altri): “Il genio dell’abbandono”, imperniato intorno alla vita, agli amori, alle follie e ai traguardi del piú grande scultore italiano fra Otto e Novecento, Vincenzo Gemito, sullo sfondo di una Napoli (e di una Parigi) d’epoca perfettamente ricostruita nei dettagli, nel linguaggio, nei fascini e nelle miserie terrene. Geniale l’intuizione dello ‘spirito dell’abbandono’ che accompagnerà e condizionerà per sempre, dalla nascita alla scomparsa, nel bene e nel male, nelle avversità e nelle fortune, il passaggio terreno indelebile di una pietra miliare della storia dell’arte italiana e internazionale. Relazioneranno i critici Assunta Pagliuca e Gerardo Santella. Moderazione e letture di Armando Saveriano, affiancato da Cuorvo, mentre al piano siederà l’eclettica Hera Guglielmo.
La rassegna si concluderà il 25 settembre al già citato Chiostro della Basilica Pontificia di Sant’Antonio, con “PartenOpera-Napoli dal ventre all’anima”, un complesso lavoro che prende spunto da tradizione e superstizione partenopea dei tempi andati, mescolandone i guizzi e i lazzi, citando personaggi che hanno fatto epoca o che appartennero all’immaginario popolare, sul filo dell’inimitabile verve napoletana che è diventata nota e proverbiale in tutto il mondo. Azione scenica e musica, suggestioni e vivide rimembranze, su testi e regia di Biagio Zanfardino e Franco Russo. Interpreti, Luigi Caiazzo, Sara Iorio, Antonella e Rosalba Izzo, Mimmo Russo, i già nominati Zanfardino e (Franco) Russo. Alla chitarra il M° Patrizio Rainone, con le allieve Giuliana Dono e Carla Manna, flauto e voce del M° Martina Nappi.
La Rassegna “Tracce 2015” è inserita nel programma estivo “ArtSummer2015” a cura dell’Assessorato agli Eventi, con il Patrocinio eminentemente Morale del fortunato Comune di Afragola.
                                                                                                                LOGOPEA




Carmina Esposito
Da destra: Armando Saveriano,
Carmina Esposito













Davide Cuorvo
Antonio Mazzocca












Davide Cuorvo
Hera Guglielmo














Michele Amodeo
Mena Matarazzo












Christian Cioce
Michele Amodeo












Gli attori di "Logopea"
Una parte del pubblico in sala












Un'altra parte del pubblico

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