mercoledì 29 aprile 2015

POIEIN : L'arte della poesia



La vecchia bambina



NON È PIÚ TEMPO



Non è più tempo d’uva puttanella
sul mento deturpato  Le cellule apparecchiano
il disfarsi della forma la cera temporale si
disgrega ma quel che più impressiona è la
resistenza ad accettare l’autunnale stagione
La vecchia bambina canta solitaria sul drappo
delle illusioni la sua mostruosa finzione di beltà
assediata dalle muffe dalle mucillagini
di una lebbra che avanzando divora e si fa beffe
della disumana ostinazione a restare 
minigonna ascellare scarpine da hellògatta fioccoKitty
vocina svasata da allargare vezzosa
fino a indispettire la Compagnia dei Tolleranti
a far inforcare epiclettiche bici ai Santi
È ora di invecchiare bambina
di non negare funzione allo specchio vero
non quello accomodante della tua immaginazione
È ora di scendere dal palco e di zittire il chiurlo monotono
della pavoncella  È andato via scemando ombraceo
il pubblico degli urogalli delle tardone scuscinate
delle periferie poetiche  Persino l’acerba fragolina
che ti vedeva come l’azzurra fatina della poeterentola
ambiziosa che col premio aummaumma hai innescato
come un coltello a orologeria  Scatterà prima o poi
a trafiggere il suo stesso addome di luna calante
Ricorderà forse d’aver stoltamente respinto
l’aggettivo ‘neuromantico’ per celebrare il 15 agosto
della banalità nel suo smunto verso spavalda tapina
Il teatro s’è schiantato come una chitarra offesa
è ora di chiudere bottega bimba avvizzita
molesto clone maldestro della Valduga
È ora di ritrarsi nella foresta delle grucce
dentro l’armadio delle vergogne mucronate
lo stitico rifugio inchiodato alla parete più lontana
della camera imbalsamatoria
È tempo piccina di arrendersi alla miseria
che sei sempre stata pupilla di babbomariti e di fanpapà
artista sgarrupata sciantosa da saloon per decorticati
psichici per collezionisti di pupate per patetici scontenti
della moglie tagliata nel marmo con l’accetta e antiletterata
Le batterie si esauriscono tu cigoli tutta
la vocina a linea piatta s’affievolisce nella cripta
della pazienza rivoltata  La tua virago latra
ordini alle carteballerine le spròna all’embaterio
 come la Regina sforbiciata
di Alice in Wonderland  Sono intisichite tutte le saltabecche
che ti saltabellavano intorno scalmanate
sono afone le braccia le gambe le teste malrasate
Ti muove la mano generosa inarresa del Buon Burattinaio
coniglietto d’angora arruffato di vetro e melassa
Sei all’ultimo fallo nelle vene micromaga delle fatue faville
Si chiude futura carampana in bonsai 
Si chiude vecchiabambina
“Ecco il giudicio uman come non erra!” 1)

JULIEN de SUBERCEAUX




NOTE:
1) Variazione intenzionale del classico epifonema di L. ARIOSTO




Fra vent'anni...


Nessun commento:

Posta un commento