mercoledì 22 aprile 2015

MANIFESTAZIONE POETICA AD AVELLA


Reading e presentazione de “Il Genio dell’Abbandono”





L’energia poetica regola il bisogno innato di un colloquio tra uomo e anima, uomo e natura, uomo e mistero: spirito e inveramento del reale, spirito e respiro dell’immaginazione, che sempre pesca tra gli scaffali mnestici, che rovista nella cesta esperienziale, sono radice essenziale, hanno carattere nucleare: per la storia individuale e collettiva, per la verticalità di una resurrezione morale, di un re-impossessamento dell’identità messa in sospensione dall’abbrutimento dei valori, dai vizi del consumo a tutti i livelli, in una società dove nessuno ascolta o dove l’equivoco e il malinteso dell’interpretazione causano turbative, sismìe esistenziali, corrosioni anomiche. Antonietta Gnerre e Monia Gaita, con il loro agire sociale e artistico, tendono ad appianare gli attriti tra mondo che produce disordine e sfera di riscatto che però non si limiti a ritessere un ampio telo simbolico, ma abbia la sostanza di far scaturire gli elementi adatti per la ricomposizione delle certezze, al di là della letteratura. Poesia è da sempre, nei suoi stati di grazia, azione culturale, leva coscienziale che agisce finalizzata all’abreazione, al riconoscimento e alla metabolizzazione di una verità, sebbene mai in termini di assoluto. Movimento privo di sosta, arco di passaggio è per le due scrittrici tensione e promessa della poesia, quand’essa estrude fermezza della voce e reiterata rimessa in gioco. Contattate per un pomeriggio di letture in Avella, presso l’Auditorium del Chiostro, domenica 19 aprile alle 17,00, con l’egida dell’Associazione “La piccola Cometa” (nata per commemorare la sfortunata fanciulla Alessia Bellofatto), e grazie al concorso della Pro Loco Abella, del Gruppo Archeologico Avellano, del Movimento Cittadinanza Attiva Abella, del Gruppo Scouts Avella, e di altre varie associazioni, hanno invitato alcuni autori già protagonisti degli appuntamenti presso il Caffè Letterario di Avellino, e cioè Domenico Cipriano, Armando Saveriano, Gennaro Iannarone, Cosimo Caputo, Vera Mocella, Davide Cuorvo, Maria Ronca, Raffaele Barbieri, Carmine Montella, Claudia Iandolo, Rosa Mannetta. Attraverso le differenziate poetiche si è raddensata una conversazione dove i nostalgici ripiegamenti si contrappongono ad un appagamento ameno dei luoghi dello spirito, mentre alla melodia placida un po’ fuori del tempo, volutamente, si sostituisce la scansione di una controtendenza che incorpora anche l’endecasillabo, ma preferisce scarti e sobbalzi su un orizzonte petroso, frammentario, distratto su dissonanze avanguardiste, in qualche caso fulmineamente aspre. L’immersione totale o parziale nell’autobiografia facilita istinto e musicalità come in Domenico Cipriano e Gennaro Iannarone, assorbiti in un corpo a corpo – rispettivamente – con l’impossibilità di programmare un personale senso alla vita e un’ancestrale necessità di affido a perimetri più tradizionali, ma entrambi volens nolens introspettivi. Armando Saveriano smonta dal predellino di un treno che alle velocità delle intuizioni, alterna, con buona grazia versificatoria, cicatrizzazioni coscienzialmente in attesa di verdetto. Depositario di una notevole “brillanza” sintattica, aduna in forma metaforica temi crepuscolari trafitti da una ricreazione sarcastica idonea all’uso sovversivo e babelico del linguaggio, anche quando riesuma i versi dell’amata e infelice moglie di Dante Gabriele Rossetti, Elizabeth Eleanor Siddal, letti in italiano e inglese con il concorso di Davide Cuorvo. Cosimo Caputo è forse più conosciuto per i saggi, le recensioni, le prefazioni o postfazioni eleganti, scrupolose, e non per la poesia esigente e raffinata che produce, sempre con frizione rivelatrice di uno stupore che scatta dal sacerdozio della forma, essendo il coltissimo beneventano amante concupiscente di un logos ‘scolpito’, esatto, che governa il timone fra scivolose traversate melodiche e contrappunti netti di curve e contrasti. 
Maria Ronca non rompe il nesso tra parola e realtà, confessione e sfogo, anzi lo sottopone alle forche caudine dell’osservazione analitica, senza cosmesi o eccentricità di forma e accenti. L’intimità con il mondo, fisico e metafisico, è posto in essere da Rosa Mannetta grazie a fiammelle di impressioni, associazioni, riflessioni in una scrittura che addolcisce i compromessi laconici: due brevi composizioni manoscritte per l’occasione. Davide Cuorvo ha un colpo d’occhio vivido, si muove tra concatenazioni dinamiche tra l’onirico e il naturalistico, stante sua linfa poetica la triade amore, eros, stalattite di minaccia della felicità, sia pure fugace, illusoria. Il dialettale Carmine Montella s’incarica di far meglio emergere il reticolo delle vicende umane ‘familiari’ con un’impepatella di provocazione, nella duplicità dell’hic et nunc e del possesso di una documentaristica memoria ancestrale. Assenza-presenza Claudia Iandolo, che ha lasciato nell’attesa dei suoi pallescenti eppur fortemente passionali frammenti da “Sororità” (Lietocolle ed).
Alle 18,00, per l’insert “Un Libro Come Amico”, Gnerre e Gaita si sono compiaciute di presentare, orgogliose ed emozionate, il volume “Il Genio dell’Abbandono” (Neri Pozza ed. 2015) di Wanda Marasco, candidato al Premio Strega. Lontana da ogni enfasi, Emilia Bersabea Cirillo ha illustrato le fasi del romanzo a braccio, con scansione limpida e griglia di chiarezza espressiva, mentre Monia Gaita, più aderente al fondale tecnico, ha messo in luce le peculiarità e le increspature al milligrammo di scelte stilistiche impegnative, immediatezze percettive, studium, che orientano struttura e cadenze interne nell’intrico dei motivi.

                                                                                                                          LOGOPEA





Da sinistra: Antonietta Gnerre,
Monia Gaita
Maria Ronca














Armando Saveriano
Gennaro Iannarone













Carmine Montella
Domenico Cipriano
















Cosimo Caputo
Davide Cuorvo
















Davide Cuorvo
Rosa Mannetta
















Presentazione romanzo di Wanda Marasco
"Il genio dell'abbandono"
Al centro : Wanda Marasco


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