giovedì 19 febbraio 2015

SCHERMOMANIA: L’AVIDITÀ DEL CINEFAGO





Rubrica a cura di ARMANDO SAVERIANO






INTERSTELLAR



Regia: Christopher Nolan – Interpreti: Matthew McConaughey, Jessica Chastain, Michael Caine, Anne Hathaway, Wes Bentley, Casey Affleck, Ellen Burstyn, Matt Damon, Mackenzie Foy
USA 2h 48’
Sceneggiatura: Christopher Nolan, Jonathan Nolan
Direttore Della Fotografia: Hoyte Von Hoytema
Montaggio: Lee Smith
Scenografia: Nathan Crowley
Costumi: Mary Zophres
Musica: Hans Zimmer
Produzione: Christopher Nolan, Lynda Obst, Emma Thomas
Distribuzione: Warner




Il film “Interstellar” è possibile solo alla luce del nostro tempo. Non è pensabile un’opera del genere 10 o 15 anni fa. Adesso che nozioni di fisica come la relatività del tempo  e dello spazio sono di dominio comune,
hanno trovato grandissima diffusione, è possibile l’inserimento di esse nella cultura popolare. Questo film lo dimostra in maniera definitiva. La scienza ha trovato finalmente un suo filone popolare, dove cinema e televisione si innestano felicemente. Ora notizie scientifiche come le scoperte del CERN non sono di interesse esclusivamente scientifico, ma riguardano tutti noi. E vige la sensazione che siano queste scoperte a influenzare (se non determinare) la nostra esistenza futura e il nostro modo di intenderla. E ciò pure emerge dal film.
La scienza si sta prodigando per salvare il mondo. E pensare che fino a una quarantina d’anni fa, nell’immaginario che si aveva dello scienziato (o del nerd, se si vuole), diffuso pure dal cinema, questi non prometteva mai di salvare il mondo, ma di distruggerlo (si pensi ai numerosi nemici di James Bond). Questo perché l’epoca passata viveva sotto la minaccia della guerra nucleare, e coloro che avevano il potere di produrre e controllare queste armi erano gli scienziati. Quaranta anni fa lo scienziato era un deviato, ora è un eroe.
Tornando al film, questo si fa carico di tutta la scienza sviluppata dall’uomo per affrontare il suo viaggio nello spazio. Un viaggio che mette alla prova tutto quello che la forza creativa dell’uomo è riuscita a creare nella sua esistenza, da Omero (Cooper può essere visto come un Ulisse dello spazio, un esploratore dell’ignoto che cerca di tornare a casa) a Einstein. Tutto quello che il genio intellettivo dell’uomo ha prodotto è qui messo alla prova. E l’uomo può uscirne vincitore solo appellandosi al suo intelletto e al suo istinto di sopravvivenza. Nel superare le sfide, Cooper è la sintesi delle intelligenze umane: è Ulisse e Einstein, è uomo e scienziato, è eroe umano e salvatore divino che ritorna sulla Terra per salvare l’umanità, per portarci tutti nel regno dei cieli, è guida come Virgilio, ed è Dante, uomo scelto dall’alto per poter svelare all’uomo i misteri non del Paradiso ma dell’Iperspazio, nel quale fluttua, non si sa bene come, come Dante fa nei diversi Cieli. Ma a Cooper (e al film) manca una cosa, e non per caso. Manca la religione. In tutta l’avventura, in questa umanità sull’orlo della distruzione e dell’Apocalisse, dove è Dio? Nessuno, neanche sulla Terra, ne fa menzione, neanche per imprecare. La risposta alla crisi che l’umanità sta vivendo non è Dio, ma l’umanità stessa. L’uomo ha creato i problemi sulla Terra, egli li risolverà. Ecco allora che il film si può dire fantascientifico a tutti gli effetti: perché in esso vi è l’esaltazione della scienza, dell’uomo, delle sue capacità cognitive e creative.
Il film propone un futuro prossimo nel quale noi saremo i nonni, e i nostri nipoti dovranno lottare per il cibo e le prospettive di una vita lontana dalla Terra. Questo mondo è funestato da carestie e tempeste di sabbia causate dalla eccessiva desertificazione. Un mondo dove non ci sono eserciti, sì, ma dove la NASA è costretta a “rivelare” che l’allunaggio è stato un imbroglio per poter permettersi di lavorare al progetto di abbandono della Terra senza l’attenzione dell’opinione pubblica.
Il mondo (prossimo) che ci prospetta il film ci invita urgentemente a riflettere su questioni come la tutela dell’ambiente, la produzione agricola, il rispetto del pianeta, della terra e della natura, i valori delle colture.
La natura è ricca (come saggiamente ricorda l’omino de “Il Grande Dittatore”), ma per quanto tempo potrà sfamarci tutti? Siamo già 7 miliardi…
Forse non arriveremo ad emigrare su un altro pianeta (che sconforto dover abbandonare sulla Terra cose come le Piramidi, il Colosseo, la Cappella Sistina…), ma di sicuro l’uomo vincerà la sua battaglia per la sopravvivenza (e questa fiducia c’è nel film). Siamo stati capaci di rovinarlo, questo mondo. Saremo capaci anche di salvarlo.
Il film è bene augurante: l’umanità, su di un altro pianeta o su un satellite artificiale, continuerà ad esistere. E con essa il baseball. Il messaggio, dei tanti filosofici e fisici del film, sembra essere anche questo: l’umanità sopravvivrà, e con essa lo sport e il valore del gioco.


                                                                                     ANGELO IERMANO  



1 commento:

  1. Grande calcio internazionale nel weekend di Fox Sports: Sabato 21 febbraio alle ore 18:30
    Manchester City-Newcastle con il commento tecnico di Fabrizio Ravanelli; domenica 22 febbraio alle ore 17:15 Southampton-Liverpool, con il commento tecnico di Paolo Di Canio

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