martedì 21 ottobre 2014

VERSIPELLE 8: REALISMO E SIMBOLI TRA TEATRO E LIRICA




La formula che lega e rimescola poesia e teatro, poesia e immagine, poesia e filosofia, poesia e scienze sociali/politiche è sempre vincente, formativa tanto per l’apprendista quanto per il maître à penser. Ma questo plurimo connubio ha ancor più senso, e migliori frutti dà, quando infrange l’ovvio, scombussola gli schemi per costruire decostruendo. Lo sapevano fin troppo bene Pasolini, Gatto, Amelia Rosselli, Eduardo e Ionesco, Barba e Grotowski tra gli altri. Molto spesso, però, i decostruttori, gli idealisti d’azione sartriana, gli aggregatori non formali e non mondani pagano lo scotto di una manque di attenzione critica riprovevole. A tale e tanta défaillance tenta di provvedere Armando Saveriano, con la sua Logopea e con questi appuntamenti con “il Versipelle”, la facoltà di rimescolarsi, rifondarsi, riciclarsi, declonandosi, che hanno in nuce tutti i creativi. L’ex dirigente scolastico Giovanni Tranfaglia, che ha innestato negli istituti tecnici la vis del logos performativo, parlerà del ruolo svolto negli eroici anni del secolo trascorso da Armando Vegliante e dal suo Dimensione Uomo, gruppo robusto e ideologizzato; ricorderà anche un ottimo concorso letterario, il Faliesi, lasciato inspiegabilmente morire. Costanza Fiore illustrerà aspetti peculiari dell’Eduardo non travisato dalle malazioni delle filodrammatiche parrocchiali, mentre il medico-poeta Enzo D’Antonio racconterà la sua esperienza personale di scrittura come “farmaco” contro gli aspetti più ruvidi e ingrati del vivere quotidiano. Davide Cuorvo porterà la passione ardente e il fascino sanguigno di Federico Garcia Lorca, alternandolo a riletture classiche e moderne; il grecista insigne Filippo D’Oria esternerà una sua idea di etica della cultura, mentre il poeta Antonio Califano entrerà nel merito di una poetica che trova la sua formula nella corrispondenza realtà-allegoria, uso figurale del concreto, astrattismo intimista su nuovi campi visivi. A condurre, Armando Saveriano e l’eclettico Raffaele Stella, mentre Mena Matarazzo coordina il team di hypokritoi Michele Amodeo, che recita Dante, Christian Cioce, approdato felicemente a Pinter, Antonio Mazzocca, che riflette, con testimonianza ormai organica, sui temi crepuscolari della finitudine e sul battito cardiaco che tesaurizza l’istinto alla sopravvivenza. Appuntamento sabato 25 c.m. alle ore 16.30, in Città, presso i locali del “Samantha Della Porta”, via Morelli & Silvati.

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