martedì 4 giugno 2013

Il nettare e la musa


Sei poetiche di intrigante sfaccettatura



Locandina della presentazione del 7 Giugno
Avellino
Venerdì 7 giugno, presso la sala Audiovisivi del Centro Sociale Samantha Della Porta, alle 17,30, sarà presentato il corposo volume di poesia Il Nettare e la Musa (PER VERSI Editore, Grottaminarda – AV), un antologico fresco di stampa.

Sei autori evocano l’Ineffabile o da esso sono convocati per celebrare i misteri di un genere letterario d’atavica origine, osannato o discreditato, praticato con ardore e affanno, oppure malvolentieri tollerato, a seconda delle sensibilità dei mai storicamente numerosi fruitori e dei meriti/demeriti dei poeti (geniali, o mediocri imbonitori che siano).

Nel caso specifico ritroviamo cinque nomi di maestri del verso, Ciufo, Della Fera, Faia, Saveriano, Vetromile (variamente ispirati e alla bisogna abili architetti di scaltre fantasmagorie) e scopriamo un giovane esordiente, sicura cifra in progress sul fronte accidentato e inflazionato del poliedrico poetare (Gerardo Iandoli).

Anna Ciufo
Partiamo da Anna Ciufo, che dipinge con le parole, doma intemperanze, esorcizza ossessioni, adesca demoni multisensòrii, grazie a un estetismo del logos da laboratorio di ricerca e da oscillografo del tessuto emozionale: bella, imprevedibile e pulsionale, si concede interamente alla Musa, e dalla Musa è accolta in sororale abbraccio.

Alfonso Attilio Faia
Faia e della Fera, volponi delle scritture, imbibiti di coscienza sessantottina, sono critici delle crisi sociopolitiche di un’epoca fosca e incerta, che ha ereditato il peggio dal già tellurico e ambiguo scenario del novecento; il primo regge la bandiera dell’impegno civile, carezza il busto dell’Arlecchino di Biancolelliana memoria e castigat ridendo mores, nel suo sbertucciare con mordacità la classe dei soloni da degenere democrazia né risparmiando i cives parolai e complici compiacenti, che continuano ad alimentare il circuito del vassallaggio da piccola barattopoli personale; il secondo, pittore e filodrammatico, accosta il linguaggio colto delle antiche aule ambiziose ad urgenze moderne e smanie, slogature e feticci contemporanei, scinde l’uomo nella sua dualità, ne fa la scansione impietosa fino alla ferita più intima e profonda.

Armando Saveriano
Raffaele della Fera
Saveriano corteggia la Musa più raffinata e colta, agita fascine negro-neuromantiche, interpellando numi teatrali e letterari, ricorrendo quasi con un gusto per il crudele a cattedrali di non senso e complicati sistemi allegorici, passando però, con diversa pelle, per i fondali della memoria zeppa di colori e sussurri, fino a farsi naufragatore perfido e impietoso dei navigli sui quali viaggiano figure grottesche o laide, uomini e donne d’impudìca avidità e di valor nullo.

Gerardo Iandoli
Gerardo Iandoli si cela, si perveste e si denuda per l’annunciato, agognato, inafferrabile/in afferrato amore; ma il suo erotismo assume i connotati del pretesto allucinato per riciclare intuizioni sul banale e sul sublime, e presto si fa psiche con l’occhio dell’alacre, imperterrito osservatore.
Claudia Iandolo, icona irpina di una scrittura graffiante e pellucida, incantevole e vellutata, aspra e cauterizzante, gioca il ruolo di critico, affiancata da Paolo Saggese, leader della poesia irpina da riscattare e da rimuovere dalla nicchia dell’artata dimenticanza.

Il giovane cinefilo-critico cinematografico Angelo Iermano, studioso, tra le altre cose, di linguaggi visivi, modera le esuberanze di autori e relatori, mentre attori storici e recenti dell’Associazione Logopea, Mena Matarazzo, Costantino Pacilio, Michele Amodeo, la piccola e bellissima Giovanna D’Onofrio, declameranno senza enfasi brani scelti dai poemetti contenuti nell’antologia esemplare. Intermezzi musicali a cura di Lucio Lazzaruolo e Raffaele Villanova, al secolo membri portanti della band Notturno Concertante.

Locandina della presentazione del 10 Giugno
Salerno
Lunedi 10, invece, il gruppo va in trasferta a Salerno, dov’è ospitato, grazie ai buoni uffici di Anna Ciufo, dal Centro Artisti Salernitani. Cambio di guardia per il sostegno critico, affidato ai brillanti universitari Davide Pollina e Riccardo Picariello, che dopo una panoramica sugli sbocchi della poesia dal Novecento al secolo in corso, illustreranno le ragioni poetiche e setacceranno intenti, permanenze e camminamento dei sei eliconici dallo sguardo lungo.

La poesia, dichiarata morta puntualmente, puntualmente si protesta araba fenice: fin troppo vitale, deve essere filtrata cum grano salis dall’ingorgo dei pennaroli all’assalto di notorietà esasperate ed esasperanti nel sottobosco di gruppuscoli impavidi e imprudenti, per la gioia di C.E. dal nodo scorsoio sempre pronto a spezzare l’osso del collo.

Il Nettare e la Musa riunisce poeti non modaioli, lontani da atteggiamenti castaroli, impegnati a non celebrare se stessi e a non tallonare testimonial più o meno illustri per avallare e coonestare il proprio estro creativo. Posizione ormai abbandonata dalla valanga melmosa di impettiti improvvisatori, zitelle isteriche, madri pazzoidi, matusalemme da cartolina seppiata, giovani imbecilli esaltati, furbe meretrici di provincia e imbambolati scopiazzatori di pietre miliari, che ormai si studiano (male e superficialmente) soltanto a scuola.

LOGOPEA

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