sabato 23 febbraio 2013

EXIT, questa interessante commedia dell'indeterminatezza



ROMA - In scena fino al 24 febbraio al Piccolo Eliseo Patroni Griffi, Exit è una commedia scritta e diretta da Fausto Paravidino, autore, attore e regista che da anni ha incentrato la sua drammaturgia sull'indagine dei rapporti umani. A e B (questi i nomi dei personaggi, che lo stesso Paravidino ha definito “contenitori per attori”) sono sposati da tempo, ma da anni il loro matrimonio langue. L’iniziale ricerca della radice del problema li induce ad avanzare numerose ipotesi, dalla politica alla gelosia, dal desiderio (o il rifiuto?) di avere figli all'erotismo ormai tiepido, fino agli inevitabili litigi per futili motivi. E sarà proprio in uno di questi litigi per futili motivi, espressione massima di indifferenza cronica e insofferenza reciproca, che la situazione esploderà. Una volta separati, A, il marito, docente di geopolitica in un’università privata, ricambierà le attenzioni di una sua allieva, C; mentre B cercherà di ricostruirsi una socialità grazie all'affettuosa amicizia di D, un uomo conosciuto in una gelateria.

In quest’ultimo lavoro Paravidino intende approfondire, con la consueta leggerezza ed eleganza, le meccaniche del fallimento coniugale. Meccaniche che in un primo momento si risolvono completamente nel rapporto tra A e B, ma che in seguito si aprono al coinvolgimento di C e D come inevitabile conseguenza della deflagrazione. Meccaniche “interne”, quindi, ma che poi, quasi forzatamente, hanno il dovere di aprirsi al mondo “esterno”, come ci suggeriscono alcune delle insegne luminose visibili durante la messa in scena.


Il testo, con un’impostazione quasi cinematografica grazie a dialoghi incalzanti, montaggi incrociati, flashback e piani sequenza, conferisce sveltezza e velocità alle azioni presentate, mentre l’interpretazione degli attori risulta particolarmente efficace nel caso di Nicola Pannelli, a tratti irresistibile nei panni del marito, e di Davide Lorino, convincente nella sua interpretazione di D, bravo ragazzone di sani principi, quasi un Garrone contemporaneo. La commedia è ugualmente sostenuta dalla competenza tecnica ed espressiva delle due attrici, la giovane e talentuosa Angelica Leo e Sara Bertelà.

Le musiche sono calzanti e valide nel sostenere situazioni, battute e cambi di scena. Questi ultimi sono eseguiti a vista da due simpatici tecnici, che non disdegnano l’interazione con gli attori in piacevoli siparietti.

Una delle caratteristiche principali che rendono questa commedia interessante è l’indeterminatezza, a cominciare dall'allestimento snello ed essenziale, che dà alle scene e alle azioni immediatezza e rapidità (grazie anche all'utilizzo di pareti mobili, permettendo l’identificazione degli ambienti in virtù di insegne luminose e di un arredo basilare e caratterizzante); per passare poi all'indeterminatezza dell’ambientazione spaziale (considerando che siamo in grado di collocare la vicenda in un tempo recente solo grazie a pochi elementi); per finire con l’indeterminatezza dei personaggi stessi, che non chiamandosi mai per nome, restano privi di una identità precisa. Come se A, B, C, e D, oltre a essere “contenitori per attori” fossero, soprattutto, contenitori per quegli spettatori verso cui i protagonisti si rivolgono più volte durante lo spettacolo.

In Exit, insomma, si sorride delle debolezze dell’uomo e delle sue piccole miserie quotidiane. 
E quindi, anche un po’ di noi stessi.
SALVATORE IERMANO

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