sabato 12 gennaio 2013

Poiein, album degli autori - Aristide La Rocca


Demiurgo del Manifesto
della Poesia Mediterranea

Ha infuso formidabile energia propulsiva nell’intellighenzia del nolano, bilanciando senza sproporzioni la professione medica, il ruolo di direttore amministrativo del Cardarelli di Napoli, e la passione poetica.
Una vocazione che lo ha presto condotto a fondere il verso nel calderone di una drammaturgia da camera, quasi come un Seneca redivivo.
Sicché almeno tre dei cento succosissimi Frammenti si sono estesi a vere e proprie opere teatrali, dove rigore storico e concessione a un certo non liquoroso romanticismo si intrecciano indissolubilmente.
Grande regista della compianta rivista Hyria, trimestrale di cultura, costume e società, ha influenzato positivamente giovani autori, che si sono accodati alla sua scia. Soprattutto, Aristide ha stilato l’importante Manifesto della Poesia Mediterranea, ben prima che in Irpinia si levassero finalmente le voci di protesta per un inquadramento corretto della poesia e degli autori meridionali nella storia ufficiale della letteratura, purtroppo ancora discriminante.
La Rocca progettava l’ambiziosa riscrittura della letteratura nazionale, riservando giusto spazio ed equo rilievo ai nostri poeti quasi sempre ignorati o emarginati. Il suo era un revanscismo ragionato, non l’enfasi di un fanatismo campanilista.
Stroncato da un infarto, ha lasciato intatto il patrimonio dei Cento Frammenti, secondo il modello dantesco che ammirava tanto; così pure i molti inediti ai quali stava lavorando. Subito dopo la scomparsa, anche Hyria ha esalato l’ultimo respiro, dopo un trentennio di militanza coerente nell’impegno e impeccabile per obiettivi e ricadute.
Coadiuvato dall’associazione irpina Logopea, e dall’Artefatta della pittrice Carmina Esposito, ha portato in itinere spettacoli che coniugavano la recitazione, la danza, la musica, la pittura: un parto multimediale riassunto dal titolo assai emblematico “Simbiarte”.
Suoi indimenticabili monologhi sono stati superbamente interpretati dalle sue due attrici predilettte: Eva Pinto Contigiani e Fiorella Zullo. Nel maggio 2005, sotto la nostra direzione e grazie all’appoggio e all’ospitalità del Teatro d’Europa, egli ha avuto la soddisfazione di vedere sul palco, in una memorabile riduzione, il più riuscito dei suoi drammi storici: Teodora di Bisanzio. I Cento Frammenti inediti, tutti in endecasillabo sciolto, aspettano che la longanimità degli eredi dia loro onor di stampa.

ARMANDO SAVERIANO



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