Demiurgo
del Manifesto
della
Poesia Mediterranea
Ha infuso
formidabile energia propulsiva nell’intellighenzia del nolano,
bilanciando senza sproporzioni la professione medica, il ruolo di
direttore amministrativo del Cardarelli di Napoli, e la passione
poetica.
Una vocazione
che lo ha presto condotto a fondere il verso nel calderone di una
drammaturgia da camera, quasi come un Seneca redivivo.
Sicché
almeno tre dei cento succosissimi Frammenti si sono estesi a vere e
proprie opere teatrali, dove rigore storico e concessione a un certo
non liquoroso romanticismo si intrecciano indissolubilmente.
Grande
regista della compianta rivista Hyria, trimestrale di cultura,
costume e società, ha influenzato positivamente giovani autori, che
si sono accodati alla sua scia. Soprattutto, Aristide ha stilato
l’importante Manifesto della Poesia Mediterranea, ben prima che in
Irpinia si levassero finalmente le voci di protesta per un
inquadramento corretto della poesia e degli autori meridionali nella
storia ufficiale della letteratura, purtroppo ancora discriminante.
La Rocca
progettava l’ambiziosa riscrittura della letteratura nazionale,
riservando giusto spazio ed equo rilievo ai nostri poeti quasi sempre
ignorati o emarginati. Il suo era un revanscismo ragionato, non
l’enfasi di un fanatismo campanilista.
Stroncato
da un infarto, ha lasciato intatto il patrimonio dei Cento Frammenti,
secondo il modello dantesco che ammirava tanto; così pure i molti
inediti ai quali stava lavorando. Subito dopo la scomparsa, anche
Hyria ha esalato l’ultimo respiro, dopo un
trentennio di militanza coerente nell’impegno e impeccabile per
obiettivi e ricadute.
Coadiuvato dall’associazione
irpina Logopea, e dall’Artefatta della pittrice Carmina Esposito,
ha portato in itinere spettacoli che coniugavano la recitazione, la
danza, la musica, la pittura: un parto multimediale riassunto dal
titolo assai emblematico “Simbiarte”.
Suoi indimenticabili monologhi sono
stati superbamente interpretati dalle sue due attrici predilettte:
Eva Pinto Contigiani e Fiorella Zullo. Nel maggio 2005, sotto la
nostra direzione e grazie all’appoggio e all’ospitalità del
Teatro d’Europa, egli ha avuto la soddisfazione di vedere sul
palco, in una memorabile riduzione, il più riuscito dei suoi drammi
storici: Teodora di Bisanzio. I Cento Frammenti inediti, tutti in
endecasillabo sciolto, aspettano che la longanimità degli
eredi dia loro onor di stampa.
ARMANDO SAVERIANO
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