Nella difficile realtà odierna l’associazione afragolese non demorde
Fare
arte in ogni campo, a meno che non si abbiano le tradizionali protezioni,
diventa un compito ingrato, non pagato e non riconosciuto. Se tuttavia gli
operatori culturali piú agguerriti (e sognatori) non continuassero a sguazzare
nei loro ideali, il nostro orizzonte creativo sarebbe soltanto specchio di resa
e deserto di doglianza.
Da
anni lontani l’associazione di Carmina Esposito, “L’Artefatta”, si distingue
per l’ostinata coerenza nel proporre progetti che tengono in vita il segnale
fiammeggiante della centralità di un pensiero performativo rivolto a smuovere
antiche e moderne inertitudini e inettitudini.
Ha
pertanto promosso una rassegna felice, intitolandola opportunamente “Tracce”,
con la quale presenta eventi letterari, teatrali, di arti visive e quant’altro
la duttile mente minervina della pittrice e poetessa inventi e suggerisca.
Ha
trasformato settembre in un mese di fiaccole culturali, coinvolgendo
l’associazione amica “Logopea”, designando due differenti location come sfondo
d’azione; la scelta del bar pasticceria “L’Arancia Blu” per due dei tre
appuntamenti è meno bizzarra di quel che potrebbe apparire. Nei gloriosi anni
sessanta/settanta del secolo alle nostre spalle, molte compagnie
filodrammatiche itineravano per la costiera amalfitana, proponendo le loro
esibizioni, anche molto accurate, in cambio di visibilità e del rimborso spese.
Era un’attività tutt’altro che avvilente, contribuiva a forgiare l’attore e a
stimolarne le risorse, oltre che a diffondere l’arte di Tespi. Oggi questo si
fa molto molto piú di rado, benché sopravviva onorevolmente il ‘teatro di
strada’, che tuttavia è un’altra cosa. Oggi i gruppuscoli non rischiano,
s’aggrappano pateticamente a un repertorio scarpettiano e eduardiano
sbertucciando i dvd con le registrazioni televisive e sfruttando le economie
dei paesini d’appartenenza oltre all’ignoranza belluina di un pubblico miseramente
plaudente.
Eppure
il teatro ha muse esigenti ed ombre insigni, non sa tollerare improvvisatori,
oltremodo arroganti, come tutti i mistificatori e gli imbelli.
L’Artefatta
e Logopea si tengono fuori da simili circuiti e svolgono i propri compiti con
onestà intellettuale e con le competenze guadagnate sul campo dell’esperienza.
Tre
–dicevamo– le date di “Tracce”: 12 e 18 settembre alle ore 19,30 presso
“L’Arancia blu” e il 25 (sempre alla stessa ora) al Chiostro della Basilica
Pontificia di Sant’Antonio.
Sabato
12 settembre Logopea ha messo in scena il récital “Questa nostra vita:
indiscrezioni tra commedia e dramma” per la direzione artistica di Armando
Saveriano, inossidabile patron dell’associazione avellinese, e del giovane
Davide Cuorvo, suo pupillo. Mena Matarazzo, poliedrica voce che sarebbe stata
assai apprezzata da tanti maestri del passato oggi caduti nell’oblio, come
Nanny Loy e Regina Senatore, ha presentato due piatti forti del suo ricco
repertorio napoletano: Filumena e Bammenella, riscuotendo vivaci consensi. Come
pure il giovanissimo Michele Amodeo, ormai calato nel ruolo fortemente
caratterizzato di uno dei capolavori di Annibale Ruccello, il “Mal di denti”.
Ottime tutte le interpretazione del cast, dalla sexy e raffinata esecuzione di
Hera Guglielmo, alla conturbante e perversa pagina di Lee Masters da parte
dell’imprevedibile Alessandra Iannone. Christian Cioce con le sue effervescenti
provocazioni verbali e la maschera di gomma del suo volto ílare e affettato ha
fatto da cuscinetto fra due ruoli estremamente impegnativi che in genere fanno
tremare le vene dei polsi agli interpreti: Aston di Harold Pinter (Davide
Cuorvo) e il malato terminale di Luigi Pirandello (Antonio Mazzocca).
Venerdí
18 si presenterà il monumentale, splendido romanzo-saga di Wanda Marasco,
scrittrice di eccezionale riverbero, candidato al Premio Strega (e di esso
meritevole su tutti gli altri): “Il genio dell’abbandono”, imperniato intorno
alla vita, agli amori, alle follie e ai traguardi del piú grande scultore
italiano fra Otto e Novecento, Vincenzo Gemito, sullo sfondo di una Napoli (e
di una Parigi) d’epoca perfettamente ricostruita nei dettagli, nel linguaggio,
nei fascini e nelle miserie terrene. Geniale l’intuizione dello ‘spirito
dell’abbandono’ che accompagnerà e condizionerà per sempre, dalla nascita alla
scomparsa, nel bene e nel male, nelle avversità e nelle fortune, il passaggio
terreno indelebile di una pietra miliare della storia dell’arte italiana e
internazionale. Relazioneranno i critici Assunta Pagliuca e Gerardo Santella.
Moderazione e letture di Armando Saveriano, affiancato da Cuorvo, mentre al
piano siederà l’eclettica Hera Guglielmo.
La
rassegna si concluderà il 25 settembre al già citato Chiostro della Basilica
Pontificia di Sant’Antonio, con “PartenOpera-Napoli dal ventre all’anima”, un
complesso lavoro che prende spunto da tradizione e superstizione partenopea dei
tempi andati, mescolandone i guizzi e i lazzi, citando personaggi che hanno
fatto epoca o che appartennero all’immaginario popolare, sul filo
dell’inimitabile verve napoletana che è diventata nota e proverbiale in tutto
il mondo. Azione scenica e musica, suggestioni e vivide rimembranze, su testi e
regia di Biagio Zanfardino e Franco Russo. Interpreti, Luigi Caiazzo, Sara
Iorio, Antonella e Rosalba Izzo, Mimmo Russo, i già nominati Zanfardino e
(Franco) Russo. Alla chitarra il M° Patrizio Rainone, con le allieve Giuliana
Dono e Carla Manna, flauto e voce del M° Martina Nappi.
La
Rassegna “Tracce 2015” è inserita nel programma estivo “ArtSummer2015” a cura
dell’Assessorato agli Eventi, con il Patrocinio eminentemente Morale del
fortunato Comune di Afragola.
LOGOPEA
Carmina Esposito |
Da destra: Armando Saveriano, Carmina Esposito |
Davide Cuorvo |
Antonio Mazzocca |
Davide Cuorvo |
Hera Guglielmo |
Michele Amodeo |
Mena Matarazzo |
Christian Cioce |
Michele Amodeo |
Gli attori di "Logopea" |
Una parte del pubblico in sala |
Un'altra parte del pubblico |
Nessun commento:
Posta un commento