martedì 15 dicembre 2015

CONZA SAPORE DI VERSI



La poesia abita già qui















La vecchia Conza negli anni 1960


Fragranza di parole in naturale scansione, riscossione di sentimenti e di intemerati pensieri, concetti che alternano i desideri ai dubbi, segni confusi con i sogni, posizioni rivoluzionarie che ardono per il riscatto personale e comunitario, istanze sociali e nostalgie dolorose: questo il territorio affrontato dai calzari del poeta viandante, col suo zufolo ispirato da mente e cuore poliedrici e prodigiosi. Conza si apre ufficialmente ai percorsi affascinanti, accidentati, volitivi e volubili della Poesia, con i molteplici, inesauribili echi di ricca inquietudine e di inquieta bellezza, di fiero slancio con mobilità di registri, in mille voci polícrome, sommesse o forti, dolcissime o acri, tra chimera, speranza e ineluttabile certezza, contraddizione e gioia, fiducia e timore, corporeità e spiritualità, in una punteggiatura ora lirica ora scabra e volutamente grottesca, ora patetica e connotativa: ma sempre in estrema densità di tessuto figurale, di messaggio incapsulato nei filtri metaforici, che rendono intrigante sia la colloquialità ‘spontanea’ sia la difficoltà dello sforzo interpretativo richiesto.
Il Certamen fortemente voluto dall’associazione culturale Logopea, nelle figure centrali e simboliche esse stesse dello storico fondatore Armando Saveriano e del giovane, entusiastico adepto di nerbo e di passione, Davide Cuorvo, ha sancíto la qualità eccellente dell’esordio, in una provincia ancora vergine, aperta alla curiositas e desiderosa di competere, mettendosi in pista, con realtà altre già svezzate dai suoni di Calliope, Erato, Euterpe, dalle malíe del Parnaso, che tutti attira e in moltitudini respinge, vetta tanto ambíta quanto inaccessibile per venti contrari alla presunzione e all’assenza di talento. A suo modo, armata delle picche e degli scudi scintillanti e severi in naturale dotazione degli eccelsi giurati, tra i quali spiccano le capitanerie di Giampiero Neri e di Wanda Marasco, nonché le sodali forze di nomi come Nannariello, Esposito, Guerriero,  Cuorvo e Saveriano (appena citati), l’iniziativa di Conza della Campania ha impresso una nitida impronta digitale sulla mappa in estensione delle geografie poetiche. Le migliori voci dotate di potere intensificativo nei linguaggi straniati o ferreamente aderenti alla disamina del disagio epocale, al discernimento dell’interior coraggiosamente o impavidamente bisturicizzato, sono confluite in questa prima edizione del Premio, creando un primo zoccolo duro di modelli poetici, rappresentati da animæ et personæ avvezze ai sentieri incisivi, meditati, anticonvenzionali, militanti, ma anche istintuali e ‘automatici’, tratteggiando, ciascuna a suo modo, un diario differente ed “extraordinariamente” copulare, nella condivisione degli intenti e degli obiettivi di accadimento e stupefazione che sempre la poesia elargisce nelle sue censíte modalità di declinazione: dal lirismo tradizionale che il buon Linguaglossa giudica in declino alle ficcanti eresie di una riattualizzazione dei princípȋ surrealisti e della lezione dada. Il genio femminile quasi prevaricante: Mariastella Eisenberg con la sua datità dell’essere, i suoi scarti tra senso e linguaggio, il ritmo serrato con analitiche evocazioni prive di adescamenti affabulatorii; pervasa dalla napoletanità che s’innesta gagliarda sullo spirito mitteleuropeo in acciaio cromato e finissimo cristallo, la Signora di Laiano gode di primazia assoluta nei territori del casertano, in quelli salernitani e negli arcipelaghi vesuviani; Ketti Martino, esperta dosatrice di metafore impastate di evidenza e corpo, maestra di silenzi inaspettati nella misura atemporale di sorte e prospettive; Floriana Coppola, evocatrice di icone irresistibili, di sensazioni visive in opposizione all’aridità del quotidiano sentire, sul pelo di mari smemoranti, in una personale posizione appartata nella casa dell’io, nella propria sua urbs interiore, eppure attentissima nel sorvegliare e nell’intervenire con parola di grazia e d’impeto, di sonorità carsiche affioranti; Monia Gaita, capace di raggomitolarsi nei luoghi senza confini del desiderio, sull’onda della nostalgia e dell’improbabile ritorno fra nebbia e plaghe di sogno, improvvisamente concreta nelle attese (volontà di rinascere priva di illusioni) e nelle accettazioni (del dominio della precarietà nella condizione umana); Agostina Spagnuolo, che passa da una quotidianità liturgica all’intuizione dello sprofondamento dell’io di fronte al mistero insondabile dell’oltre luogo/tempo/verità/uto-distopía, innestando (e innescando) fisica e filosofia nel logos letterario piú afferente all’investigazione che pertiene alla poesia, fra le tantissime cose; Rossella Luongo, che sperimenta nuove o rivisitate dimensioni del vedere-provare-sentire-vivere attraverso i richiami metamorfici dell’essere, in un anelito liberatorio, affilando gli strumenti di conoscenza, quindi di confidenza e di fusione con il difficile mondo, alle prese con rivelazioni soggette a (felici o intollerabili) ribaltamenti. Non che il polso maschile sia assente: in poeti riformatori avulsi da formalismi di compromesso, robusti cercatori di ‘fuoco liquido’, come Antonio Califano (dalla scuola di Armando Vegliante); studiosi di letteratura del novecento, coi suoi sbocchi attuali nell’applicazione d’equilibrio tra ricezione e interpretazione, sosta produttiva e produzione di ricordi pregni e di toccanti frammenti di vita, con tutte le bruciature della umana e ‘divina’ contraddizione, come Gennaro Iannarone e Mario Morelli, entrambi “Lauro d’argento 2015”; dei giovani e giovanissimi (l’intellettuale Raffaele Schettino, il sensibilissimo e penetrante Giovanni Nazzaro, il fantasioso enfant Ares Guglielmo) inclíni a mescolare la formulazione di senso con la sfida lessicale, in bilico tra estraneo e familiare, nella ricerca di simmetria tra sistema ritmico e atmosfera di suggestionante inventiva, tra filosofia dell’indicibile e (r)esistenza dell’utopia, sospese nell’ambiguo del significato e nell’ansia della purificazione sublimata nell’arte; di spiriti eletti, demiurghi di sapere e armonia, depositarȋ di classicità e gestori di un fibrillante sentire moderno, infuso di palpitante erotismo, nella persona del decano Daniele Grassi (“Lauro d’oro” per questa prima edizione del premio), vanto per Morra De Sanctis, residente a Tervuren (Bruxelles) e cittadino del mondo. 
Successo d’iniziativa che ha scoraggiato o zittito tout-court residue remore, fulminanti invidie, riserve mentali, artate diffidenze, malignità nanorachitiche, ed ha impiantato, al contrario, garanzie di fattiva e illuminante continuità; fagacea farnia, la Poesia non asservita a malumori e pacchiane rivalse ha mantenuto intatta la dignità, in certamina alia inzaccherata; coronamento felice per la carriera artistico-letteraria di Logopea, dei suoi scrittori e attori (Mena Matarazzo, Antonio Mazzocca, Michele Amodeo, Hera Guglielmo – anche musicista formata all’avellinese Accademia Kandynski – , Christian Cioce, Alessandra Iannone); affermazione di ruolo per il conzano d’impianto Davide Cuorvo, performer affiancato dalla spumeggiante Fiorella Zullo, primadonna della soirée subentrata a Chiara Mazza in compagnia di giro con Gigi Savoia. 
Molti gli ospiti speciali premianti, da Raffaele Vito Farese (Presidente del Consorzio dei Servizi Sociali “Alta Irpinia”) a Mario Perrotti (Presidente Unpli Campania), da Francesco Gonnella (Segretario Associazione “Ofantiadi”) a Tony Lucido (Presidente Pro Loco “Alta Irpinia”), da Vito Petrozzino (Assessore Comunale di Conza) al prof. Giuseppe Silvestri (Presidente Unpli Avellino), dall’Avv. Vittorio D’Alessio (Presidente Pro Loco Mercogliano) all’Avv. Giancarlo Saveriano (penalista avellinese), da Walter Tordiglione (titolare Tordiglione Fashion Model Agency) al Notaio Edgardo Pesiri (Presidente Fondazione Carlo Gesualdo), alcuni di essi anche sponsor della manifestazione.
Per la sezione B (poesia in lingua italiana a tema “Utopia e Verità”) si sono classificati al 4° posto (a pari merito) i finalisti: Antonio Califano da Contrada (AV) con la poesia “Cala il sipario alle albe d’inchiostro”; Gerardo Iandoli da Avellino con la poesia “Ma la grande proletaria elettronica”; Rossella Luongo da Avellino con la poesia “Pioggia di maggio”.
Terzo premio ad Agostina Spagnuolo da Capriglia (AV) con la poesia “Oltre ogni oltre”. Motivazione: “Tensione quasi drammaturgica senza dispersioni in questo componimento, i cui tratti fondamentali si incastonano in una figuratività acustica che sinestesizza filosofia e fisica con riflessi cromatici e armoniche fonie scaturiti da una sensibilità la cui vertigine è perforante.”
Secondo premio a Raffaele Schettino da Mugnano del Cardinale (AV) con la poesia “Non c’è un amico con cui parlare”. Motivazione: “Ideologia e nichilismo si contendono la rivelazione di una vis poetica sinergica e vibrante con rimandi eruditi e pertinenti che in parte si attestano come riflesso di inquietudine dei giorni nostri macerati dall’insicurezza del domani e dalle disfunzionalità etiche e politiche. Garante la notevole presa antropologica e il tessuto filosofico.”
Primo premio a Mariastella Eisenberg da Caserta con la poesia “Possiamo”. Motivazione: “La necessità dell’accadere poetico muove e regola l’alchimia della parola polisenso in questo componimento dall’andante vivace e ponderato fino ad incastonarlo in una dimensione esperienziale attenta e articolata.”
Per la categoria “Giovani Autori”, menzione di merito ad Arianna Bellino di Sant’Andrea di Conza, dal liceo classico “Francesco De Sanctis” di Sant’Angelo dei Lombardi (AV), con il testo “Mondi di…versi”.
Per la notazione “Migliore Poesia” nella stessa categoria, si aggiudica il premio la sedicenne Ludovica De Gianni di Bisaccia, dal Liceo Scientifico “Maffucci” di Calitri (AV), con il testo “ Libera e tua terra mia”.
Per la categoria “Autori del Territorio”, menzione di merito a Alina Benedetto di Sant’Andrea di Conza (AV), con la lirica “Ali di carta”. Per la notazione “Migliore Poesia” nella stessa categoria, si aggiudica il premio Nicola Prebenna di Ariano Irpino (AV) con la lirica “Fugit Aetas!”. Segnalazione di merito al sedicenne Carmine Mazzeo di Sant’Andrea di Conza (AV) con la lirica “L’acqua che scorre in piena”. Premio speciale intitolato ad Assunta Finiguerra, consegnato a Pina Russoniello di Sant’Andrea di Conza, con la lirica “Primavera d’Oriente”.
Per la Sezione A (poesia in lingua italiana a tema libero), 4° premio a pari merito ai finalisti: Pasquale Di Nitto da Gaeta (Latina) con la poesia “Montesecco”; Pasquale Mesolella da Prato (Toscana) con la poesia “Per poco non mi stanco”; Lina Sanniti da Frattamaggiore (Napoli) con la poesia “La forma”.
Terzo premio a Monia Gaita da Montefredane (AV) con la lirica “La vita va difesa”. Motivazione: “Sensibilità ed eclettismo, toni toccanti e spontaneità creativa configurano una cifra di notevole spessore e di sicuro interesse critico nel controverso panorama attuale della nostra poesia.”
Secondo premio a Ketti Martino da Napoli con la lirica “Infinitudine, noi”. Motivazione: “Il cantiere del metalinguaggio intrude di potenza pura siffatto componimento tanto renitente all’esplicito quanto in grado di consegnare al fruitore accorto e intelligente la chiave multipla di ricerca interpretativa.”
Primo premio a Floriana Coppola da Napoli con la lirica “In scena”. Motivazione: “Il pensiero poetante turgido nell’ideario del compositore, declinato lungo la linea duale ‘ego/altro da sé’, approda con la scintillanza dell’entità simbolica all’eccellente punto di funzionalità tra efflorescenza espressiva e variazioni allegoriche intraversali assolutamente irresistibili, mai meramente virtuosistiche. Si apprezza inoltre l’intrigo e la fascinazione dell’argomento.”
Segnalazione di merito a Gerardo Valentino Masini di Saluzzo (Torino) con la poesia “Quando nulla piú resterà”. Premio speciale intitolato a Vittorio Bodini, assegnato a Giovanni Nazzaro da Milano con la poesia “Tu dici il mare è fragile”. Secondo premio speciale, intitolato ad Amelia Rosselli, assegnato a Antonella Rita Ciampa di Avellino con la poesia “Chi incide indice”. Ultimo premio speciale, stavolta intitolato a Gianni Rodari, assegnato al giovanissimo (11 anni) Ares Guglielmo da Avellino con la poesia “Fantasie”.
Targhe di ringraziamento agli incliti giurati Wanda Marasco (Presidente), Giampiero Neri, Armando Saveriano, Alfonso Nannariello, Carmina Esposito, Floriana Guerriero, Davide Cuorvo.
Un doveroso ringraziamento ai numerosi sponsor che hanno contribuito alla realizzazione e al successo del Certamen, con particolare riguardo alla Pro Loco Compsa, alla Presidente Antonella Petrozzino, alla valletta e alle ragazze del Servizio Civile (Volontarie S.C.N.).
Nell’augurante attesa della seconda edizione 2016.
                                                                                                        LOGOPEA


OLTRE OGNI OLTRE

È dentro o fuori dal pensiero, la verità?
Ombre muovono danze sulla parete
della caverna dove lo sguardo insegue
meraviglie: sono nuvole cangianti
dello specchio deformato, un riflesso
passeggero lungo gli argini del tempo.
I sensi limitati, l’elettrone dello spirito
vaga nei recessi inesplorati, non di teorie,
che s’han da verificare (la verifica
attiene al vero, a un fatto materiale,
che pure ha mille facce). La verità è altro.
Dove la cerchi, amor mio? È un po’
Come la faccia nascosta della luna:
tu guardi dalla prospettiva della Terra,
da un punto infinitesimo dove ognuno
è una variabile nella dimensione
spazio-temporale. Hai occhi limitati
e barriere invalicabili. Bisogna
andare oltre, e poi oltre e oltre
e ancora oltre. Oltre ogni oltre.
È utopia pensare di afferrare
quel coacervo di sfumature e
di complessità, di mutevolezza
e provvisorietà, la piena verità.
Utopia e Verità sono due rette parallele,
convergenti in quel punto
là, all’Infinito, vedi? È la dimora
della Luce quella, del buon Luogo e
della bella Verità. Qui, invece, si
trascorre la vita nello spasimo,
mera illusione, di raggiungerne le orme.
Ma la scintilla brilla nel profondo
di noi. Alla sua luce, nel silenzio
dell’ascolto, io invoco, meditando,
 la Verità.

AGOSTINA SPAGNUOLO – 3° PREMIO
SEZIONE B (Tema: “Utopia e Verità”)

*

NON C’È UN AMICO CON CUI PARLARE

Non c’è un amico con cui parlare,
scendere nel profondo della verità
e attraverso l’abisso del suo sguardo
salire fino al desiderio dell’altrove.
Dove io sono è anche colui da cui io sono
e non basta l’ausilio di una visione,
un niente quietato d’ozio
a svisare la lunga catena dei giorni
sorda al divenire,
a smettere l’incanto tirannico di un sacrificio
nell’urgenza di vivere tra cielo e terra.

Le ore passate a strofinare dinanzi agli occhi
la lanterna dell’invisibile
hanno ridotto il tempo alla bava del presente.
La città nel cui grembo si è accesa la carne della mia parola
ha rapito l’ombra dei miei passi,
custodendo tra i vicoli il seme di una luce più violenta della gioia,
una dimora tra gli occhi per i soli ciechi di rabbia e di speranza.
È qui che a un certo punto della mia vita
deve essermi sfuggito qualcosa di essenziale.
Elí, Elí, lemà sabactani?
Elí, Elí, lemà sabactani?

E ora che il giunco del mio pensiero si flette alla rassegnazione,
all’ecatombe di una Storia,
totalmente rappresentata e assieme indecifrabile,
io taccio sconfinatamente nella mia ignoranza,
più vasta del mio terrore di vivere
orfano di un sogno dentro a un sogno,
mentre mi ritrovo qui, incomprensibile evento,
con una sete di mistero e senza più carità di parole,
sesso sacrificato all’impossibile e ancora pieno di carne urlante.
Tutto è stato, fin dall’origine, memoria degli occhi,
uno schiudersi del mondo al primo soffio del destino.

Il mio respiro non ha salvezza
se nel vuoto nidifica la mia parola,
se nell’attingere al mistero della bellezza,
la mia lingua è incollata alle gengive.
È in questo regno di contraddizioni
che il reale s’illumina di interezza,
scoprendo nell’imperfezione un principio di grazia.

RAFFAELE SCHETTINO – 2° PREMIO
SEZIONE B (Tema: “Utopia e Verità”)

*

POSSIAMO

Possiamo solo guardarla
l’utopia
senza occhi
ché non ce n’è bisogno
il resto è teatro amaro
dell’impotenza dell’avventura umana
senza connotati.
La grande occasione
per mettere a fuoco
le parole principali della vita
verità e utopia
utopia e verità:
loro
almeno
ci salvino
prese per mano dai poveri di spirito
mentre le altre
non portano più da nessuna parte.
Possiamo solo cercarla
la verità
senza mani
per agguantarla
ché scivola via
nell’avanspettacolo del mondo.

MARIASTELLA EISENBERG – 1° PREMIO
SEZIONE B (Tema: “Utopia e Verità”)

*

LA VITA VA DIFESA

Mi affido alla forza di remi del tuo sguardo.

Striscia sul fondo del mio mare
con la tua rete,
la quercia e gli oleandri,
con i molluschi e i crostacei che t’avvinghiano,
con gli affluenti che portano detriti,
con le conchiglie e gli acidi mirtilli.

E quando piove
nascondimi nel guscio tuo di terra.
Le piante lo assiepano, i rovi e gli animali.
Boschi di latifoglie ne artigliano i pendii.
Strade, torrenti e valichi
ruotano come rulli.

Dalla tua cava io estraggo una riserva,
la sento premere contro le gambe gonfie.

Io sono qui.
M’impregna il tuo concime.
La vita va difesa – mi dico –
e la finestra che scalpita nel freddo del mattino
non risponde.

MONIA GAITA – 3° PREMIO
SEZIONE A (Tema libero)

*

INFINITUDINE, NOI

Infinitudine, noi
che non eravamo notte
e uscivamo dalla casa nell’ora giusta
quando, sul fondo della piazza,
si raccoglievano le foglie
come se si potesse stare,
con occhio indifferente
oltre il recinto.
E imparavamo questo:
avere un gesto timido
di tenerezza              (assunta e mai lasciata)
di battiti e innocenza
e poi null’altro.
In quella infinitudine che eravamo
in quella pace raggelata
in quella parte di confine ch’era voce e mondo.

KETTI MARTINO – 2° PREMIO
SEZIONE A (Tema libero)

*

IN SCENA

Sfila il carro come nomade raggiro, su asfalti roventi e pietra lavica
e io lo seguo nei bassifondi dei quartieri
seguo il dondolio cigolante delle ruote
la risata aperta in giocosa rivolta, fiammante di vino
sale e rissosa risponde ai nemici nascosti
via dalle sale gremite, giro per strada
affamata di lunghe carezze, carezze bianche di carta.
Chi può capire che brucia anima e corpo?
la furia e la chimera che si fa oracolo e scena?
Qualche lanterna accesa per i vicoli straniti
l’alta marea nella mia cella, io rinchiusa, sfido il disordine.
Siamo tutti reclusi in stanze affogate e buie e poi ad un tratto, ecco.
Spacca il cielo senza vergogna, la parola.
È un calcio alla gola
il verso, gesto rutilante di spada appena toccata
folle la corsa, l’affanno chiude lo stomaco, s’innalza il verso.
Ogni volta un tuffo nel vuoto, parte dal centro.
Ombelico e viscere scoperte al sole come radici di vecchi alberi.
Cosa c’è di più sacro che si appoggia come polvere d’oro
sulla platea inerme? su questa assorta pianura buia che vibra?

Come carro di Tespi, in sogno/svanito tra lune giganti
l’argento del golfo sposa la notte, la mia e la vostra notte che ride
profuma di palco e cenere, notte che odora di terra
dura memoria di pietra la ferita, lo spazio ha cifre indicibili e rosse
su ogni centimetro della pelle, la parola pensata scritta e poi urlata
un respiro e poi un’altra parola attraversa l’arco bianco dei denti

un numero, una pausa, un gesto
inquieta cesta di perle prima nascoste e nude, poi aperte
è silenzio che dipana trame e telai infermi del dolore

le storie divorano la carne, strappano i tessuti
l’anima si sfrangia in spighe, germoglia semi e frecce
per colpirci al petto, in un solo punto unito

Posso morire cosi stretta nel tuo pugno e le parole
cadono in pioggia sul viso, ogni luce si impone, diventa
nota, in ombra opaca e traccia indelebile
tatua, risarcisce, allevia e si fa dimora

FLORIANA COPPOLA – 1° PREMIO
SEZIONE A (Tema libero)




Una veduta della vecchia e nuova Conza


Il Sindaco Vito Cappiello
Il presentatore Davide Cuorvo













La presentatrice Fiorella Zullo









La Giuria presente
Da sinistra: Alfonso Nannariello,
Wanda Marasco (Presidente),
Armando Saveriano
Davide Cuorvo













L'attore Antonio Mazzocca











L'attrice Mena Matarazzo














L'attore Michele Amodeo
Da sinistra: Giuseppe Silvestri,
Vito Cappiello, Raffaele Vito Farese,
Antonella Petrozzino














Mario Morelli
Gennaro Iannarone














Da sinistra: Fiorella Zullo, Mario Perrotti,
Italo Bisaccia, Davide Cuorvo
Da sinistra: Fiorella Zullo,
Giancarlo Saveriano, Arianna Bellino











Ludovica De Gianni
Alina Benedetto














Da sinistra: Raffaele Vito Farese,
Pina Russoniello, Federica Farese
Da sinistra: Rossella Luongo,
Vito Cappiello, Antonio Califano











Da sinistra: Mario Perrotti,
Rossella Luongo
2° Premio - Sezione B
Da sinistra: Raffaele Schettino,
Alfonso Nannariello












1° PREMIO - Sezione B
Da sinistra: Wanda Marasco,
Mariastella Eisenberg
Mariastella Eisenberg














La musicista Hera Guglielmo
L'attore Christian Cioce














Fiorella Zullo
L'attore Davide Cuorvo










L'attore Michele Amodeo
L'attore Michele Amodeo










Da sinistra: Walter Tordiglione,
Antonino Masini
Da sinistra: Ares Guglielmo,
Antonella Petrozzino











Da sinistra: Tony Lucido,
Lino Di Nitto
Da sinistra: Tony Lucido,
Francesco Gonnella, Lina Sanniti,
Pasquale Mesolella















Da sinistra: Vito Cappiello,
Pasquale Mesolella
Da destra: Wanda Marasco,
Monia Gaita















3° PREMIO - Sezione A
Monia Gaita
2° PREMIO - Sezione A
Ketti Martino















1° PREMIO - Sezione A
Floriana Coppola
Floriana Coppola














La Giuria presente
Da sinistra: Alfonso Nannariello,
Wanda Marasco, Armando Saveriano,
Davide Cuorvo














Da sinistra: la valletta Federica Farese
e le Volontarie S.C.N. Fabiola Farese,
Rita Farese, Mariateresa Lo Conte,
Stefania Russoniello


Amelia Rosselli
Assunta Finiguerra











Gianni Rodari
Vittorio Bodini














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