domenica 31 maggio 2015

IL GENIO DI WANDA MARASCO BRINDA DA MASTROBERARDINO



IL LIBRO DI NERI POZZA IN CORSA PER LO STREGA
























Venerdí 22 maggio u.s. la nostra Associazione, Logopea, nell’ambito della rassegna “Librazioni”, diretta da Armando Saveriano e Davide Cuorvo, ha presentato il volume di Wanda Marasco, “Il Genio dell’Abbandono”, presso l’elegante sala-convegni delle aziende vinicole Mastroberardino, ad Atripalda.
Wanda Marasco, poetessa e scrittrice già affermata nei cataloghi delle eccellenze letterarie a livello nazionale e internazionale, regista, attrice e spirito di numinoso eclettismo, è finalista, con questo romanzo sulla vita e le peripezie artistiche e personali dello scultore partenopeo Vincenzo Gemito, con forti probabilità di vittoria (intrighi e manipolazioni permettendo), al prestigioso Premio Strega di quest’anno.
Con la collaborazione della pro loco di Montefredane, di cui è presidente Elvira Micco, l’Associazione “Agorà”, il Premio Prata, e il Premio di Poesia e Giornalismo “Giuseppe Pisano”, nonché sotto l’egida signorilissima delle Aziende Vinicole Mastroberardino, Logopea ha organizzato il fortunato evento in concomitanza con il maggio dei libri 2015.
Magiche letture interpretative a cura di Armando Saveriano, performer della recitazione che non delude mai, accompagnate dall’estro pianistico della giovane e bravissima Sofia Santosuosso, puntuali e interessanti prolusioni di Antonietta Gnerre e Monia Gaita.
Un pubblico folto e attento ha seguito in perfetta concentrazione relatori e brani scelti per la lettura interpretativa, non lesinando sugli interventi in chiusura: domande sulla genesi del libro, sulle caratteristiche del personaggio travagliato e affascinante, sulla documentazione storica di Napoli e di Parigi, sulla scelta del linguaggio che ricombina dialetto e lingua ufficiale, italiano e francese.
La scrittrice fa di “Vicienzo” Gemito (registrato per errore con la consonante ‘m’ al posto della ‘n’) un’icona mitologica con tocchi metafisici, un artista eclettico, bizzarro, dall’indole ribelle e manesca, favorito e deprivato, di volta in volta, dal soffio ineffabile del ‘genio’ creativo, che lo battezza e lo danna, lo trascina alle stelle e lo precipita nell’abiezione, in un isolamento purgatoriale, rendendolo un incrocio tra Hermes ed Efesto,
Orfeo delle sculture e Dioniso nelle sregolatezze, tra apollineo e demònico, tentato e pentito, spodestato e incoronato, mattatore di salotti, ingordo di fiori del fango luetici, impulsivo e meditabondo, folle e savio, duale anche nello sdoppiamento della personalità troppo ingombrante per essere gestita senza potenti contraddizioni o senza quelle che Pirandello ed Eduardo avrebbero definito ‘mosse d’anima’.
È finalmente letteratura d.o.c., dopo tanta stampa piccina, melensa, ripetitiva, fedifraga della qualità, meretricizzata dagli stratagemmi per accaparrarsi i favori dei probabili compratori, destinata ad un pubblico di consumisti pigro e fondamentalmente ignorante; è finalmente la rivincita della nostra migliore scrittrice italiana, che investe tutto in questo lavoro epico, lirico, commovente e terribile, aspro e sincero, malinconico e intenso nelle pieghe psicologiche, nei risvolti storico-epocali. Figure grottesche, buffe, astute, intelligenti e implacabili, oppure goffe e istupidite dagli stenti e dall’invidia, si affacciano dalle quinte, dentro e fuori della ‘napoletanità’, compaiono e svaniscono, ma tutte giocano un ruolo che lascia l’impronta digitale sull’intelletto e sul cuore.
Nel cortocircuito morale che non è solo dell’Italia, ma che in Italia è particolarmente acromegalico, questo romanzo onesto, genuino, complesso e struggente, di lettura impegnativa assai, dato il montaggio teatrale e cinematografico (flash-back e sottocutanee saette di flash-forward), data la solidità dell’impianto socio-antropologico e artistico, può frantumare le frontiere o divenire lettura colta per una cerchia di iniziati; in ogni caso vince sulla esilità isterica e nudiccia di pubblicazioni marchiate a caldo secondo la tendenza (autori mediocri che si sono costruiti un personaggio mediatico dato in pasto alla ragazzaglia o a vecchie, futili bambole abbonate a Cronache Vere).
Di sicuro leggere Marasco e Gemito ‘redivivo’ è affrontare un’esperienza a tinte forti, è diventare passeggeri di una macchina del tempo, che mescola le carte abilmente, senza imbrogliare, allo scopo di rendere vieppiù ficcante l’avventura privata e mondana, distruttiva e creazionale, attraverso il disincanto e l’indipendenza ideologica dell’autrice.
                                                                                
                                                                                              LOGOPEA






Da sinistra: Wanda Marasco,
Armando Saveriano, Antonietta Gnerre
Wanda Marasco
















Da destra: Wanda Marasco, Monia Gaita
Monia Gaita
















Da destra:
Wanda Marasco,
Piero Mastroberardino
Da destra: Davide Cuorvo,
Rappresentante Neri Pozza Editore,
Armando Saveriano, Monia Gaita

















Wanda Marasco mentre rilascia
dedica autografa
Da destra: Armando Saveriano,
Wanda Marasco













Da sinistra: Sofia Santosuosso,
Davide Cuorvo


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