P
er uno spicchio di verità dal caos ubriaco di adàmiche offese
A ffranca
la Poesia ognuno di noi dalla sua infelice natura
S
ospinta per venti maligni lungo la petraia
degli odî
S
misurati già da evi immemori e afflitti
I
potecata da un destino che nel nulla recinge
persino Dio
O rmai
rimane un sogno sbriciolato in cui non ci riconosciamo
N eppure
nel residuo ardore delle passioni stremate mentre
I ndulge
dolcissima al tramonto l’illusione di seminare
M
eno fragili emozioni nel gioco tenace delle indulgenze
A volte
non è impossibile seguire le piste sensibili alla fiamma
G enerosa
di quell’astro che è soleluna
e tamburo nel sangue
N
uminoso di quei natali innocenti immuni da
fardelli e colpe
I
gnifuga però di quest’ultima possibilità
è l’esca
F
amelica della sopraffazione della trappola
contagiosa di una
I
ndifferenza che tutti ci rende pupi deformi senza misericordia
C
acciatori frodati dalla lucentezza di un
potere che spesso disonora
H a
però disposto il solo Dio dai mille nomi nel mondo
E
fficace il riscatto nella speranza della
mela e del (ri)morso
ARMANDO SAVERIANO
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